Il Malbec è un vitigno a bacca rossa che ama il sole. È una varietà camaleontica, incredibilmente adattabile a territori e altitudini diverse. Originario della Francia, dove ha vissuto alterne fortune, è ormai diventato la bandiera dell'Argentina.
Scoprite tutti i segreti che hanno portato al successo mondiale questo vitigno e poi affinate la sua conoscenza diretta attraverso la degustazione di 8 calici.
Il Malbec è originario della Francia, più precisamente della regione del Quercy. La tradizione racconta che venne portato dai romani nel secondo secolo dopo Cristo, proveniente dall'Italia o da non si sa dove. Sicuramente già durante l'epoca romana il vino di Cahors divenne celebre.
Nel XII secolo Eleonora d'Aquitania, dopo essersi separata dal re di Francia, sposò in seconde nozze Enrico II d'Inghilterra. Madre di Riccardo Cuor di Leone si distinse come una delle figuri femminili più interessanti del Medioevo. Con la sua influenza trasformò il vino di Cahors nel vino preferito della nobiltà su entrambe le sponde della Manica.
La sua fama aumentò nel corso dei secoli, basti pensare che nella stagione 1308/09 ne vennero esportati in Inghilterra 850.000 ettolitri, commercio che durò fino alla guerra dei 100 anni, conflitto che segnò una brusca interruzione dei rapporti commerciali.
La coltivazione di quell'uva si espanse nel bordolese, dove probabilmente assunse per la prima volta il nome di Malbec dal vivaista Malbeck che ve la portò, e in tutto il sud-ovest della Francia, ma è proprio nella zona di Cahors che ebbe sempre la maggiore diffusione. In quello stesso luogo dove papa Giovanni XXII fondò l'Università omonima e dove le élite ecclesiastiche ebbero modo di apprezzare lungamente il leggendario vino nero di Cahors. L'espansione continuò e arrivò in Olanda, in Germania e in Russia dove lo zar Pietro il Grande lo usava per curare una sua fastidiosa ulcera gastrica.
Storicamente fa parte dei cinque vitigni che compongono il taglio bordolese, anche se, dopo la distruzione operata dalla fillossera e la scelta di coltivare vitigni ritenuti più adatti ai terreni precedentemente coltivati, ha trovato sempre meno spazio, con percentuali di assemblaggio divenute marginali rispetto al passato. La produzione in Francia rimane significativa solamente nel Cahors dove è ancor oggi il vitigno più coltivato.
Ma per parlare della grandezza del Malbec occorre seguire il lungo viaggio di una manciata di piante dall'altra parte del mondo. Nel XIX secolo infatti emigrò in Sud America grazie all'ingegnere agronomo francese Miguel Peoget. Riparato in Cile per sfuggire alla dittatura di Napoleone III, conobbe un esule argentino, il futuro presidente Domingo Faustino Sarmiento, fondatore di una scuola agronomica a Santiago. Quest'ultimo nel 1853 tornò in patria, dove nel frattempo la situazione si era normalizzata e fondò la Quinta Agronómica de Mendoza, la prima scuola agronomica argentina. Per dirigerla chiamò proprio Peoget. Inizia con questo significativo evento la leggenda del Malbec in Argentina. Le coltivazioni crebbero negli anni a venire fino a che si ebbe un brusco stop. Durante la crisi negli anni '60 del secolo scorso il Malbec rischiò di sparire per far posto a produzioni che garantivano maggiori volumi, ma sopravvisse grazie ad una manciata di enologi e produttori che salvaguardarono l'identità di questo vitigno tradizionale e che ebbero la visione di trasformarlo in una star internazionale. Tra questi vanno ricordati l'enologo Raúl de la Mota, il padre del Malbec argentino e Nicolás Catena Zapata, produttore che riuscì ad aprire le porte di importanti mercati esteri andando controcorrente rispetto ai produttori e al mercato che voleva l'Argentina esclusivamente produttrice di vini sfusi. Nicolás Catena Zapata vendette suoi i vigneti che producevano uve da tavola e si concentrò nella produzione di qualità finendo per impiantare vigneti su alture considerate impensabili. Dopo tanti sacrifici e difficoltà venne ripagato da uno straordinario successo mondiale. L'ascesa del Malbec argentino era iniziata.
Oggi la fama del Malbec la si deve proprio a questo paese che lo ha saputo valorizzare tanto da diventarne la bandiera, e tanto da potersi ormai considerare un vitigno autoctono per come ha saputo trovare in questa terra remota la sua vera identità. Il futuro è roseo e ancora tutto da scrivere. Come ha spiegato l’enologo Roberto Cipresso: "La Cordigliera delle Ande è una formazione montuosa relativamente giovane, con 'solo' 30 milioni di anni d’età. La pre-cordigliera, invece, nasconde segreti superiori per l’età della terra: esiste da 300 a 500 milioni di anni. Se gli uomini di 150 anni fa avessero avuto la conoscenza odierna, avrebbero piantato vigneti in altri posti. I vigneti storici di Mendoza sono un patrimonio inestimabile, ma il futuro della viticoltura argentina è legato ad altri territori, più difficili ma ancora più vocati".
L'argentina è il 5° produttore mondiale di vino e il 9° esportatore. È l'8° per terreno coltivato, si tratta di 240.000 ettari di cui ben 43.000 sono dedicati al Malbec.
103,1 milioni di litri di Malbec sono stati esportati nel 2018. La tendenza è in crescita, con un balzo del 1.600% rispetto al 2002. 73,9 milioni di litri di Malbec quelli consumati dal mercato interno.
È un paese complesso l'Argentina, lungo 3800 chilometri, fatto di suoli con bassa fertilità, caldo d'estate e inverni rigidi; ma anche ricco di acqua non contaminata, che ha permesso lo sviluppo di tante aziende biologiche.
L'85% di Malbec viene prodotto a Mendoza, ma ci sono altre zone importanti di produzione: sempre nella regione di Cuyo si trovano La Rioja e San Juan, poi nell'estremo sud c'è la Patagonia, quindi la zona atlantica con Neuquen e infine il nord-ovest vicino all'equatore, la zona di Salta, dove viene coltivato alla folle altezza di 3.111 metri sul livello del mare.
Il Malbec World Day è stato lanciato il 17 aprile 2011 da Wines of Argentina, in tutto il mondo ed è diventata ormai una tradizione celebrarlo con tanti eventi che fanno capo a questa idea. La data evoca il giorno del 1853 in cui il futuro presidente Argentino Domingo Faustino Sarmiento incaricò l'agronomo francese Miguel Peoget, che aveva portato anni prima il Malbec in Sud America, di dirigere la scuola agronomica di Mendoza appena fondata.
L'origine del nome è come spesso capita controversa. C'è chi ne da un'interpretazione etimologica facendolo derivare da Mal Bouche, Cattivo Gusto, che certamente non è una buona premessa per produrci del vino, fino ad azzardare l'interpretazione poetica di Bacio Cattivo. Ma più probabilmente deriva dal vivaista Malbeck, l'ungherese che portò la coltivazione nel bordolese dalla zona di Cahors, dove infatti è nota con il nome di Côt.
Si sapeva molto poco sull'origine esatta del Malbec fino a pochi anni fa, ma nel 1992 si è scoperto che è un fratello del Merlot, avendo una madre comune: la Magdeleine Noir des Charente, mentre suo padre è il Prunelard Noir, un vitigno molto raro spazzato via dalla fillossera. Quest'ultimo un tempo copriva gran parte del dipartimento del Tarn, si pensava fosse estinto, ma alla fine del XX secolo, sono state trovate alcune viti molto vecchie. Da allora c'è stato un risorgere nelle piantagioni a Gaillac e Marcillac per cercare di ridare lustro alla sua nobile fama. Nel sud-ovest della Francia, dove ha avuto origine questo vitigno, è ancor oggi diffuso e conosciuto come Côt. Altri nomi con cui è noto sono Auxerrois e Pressac.
Il Malbec ha un colore rosso magenta, è secco, corposo, alcolico, con poca acidità (per questo si sviluppa al meglio in altitudine), i tannini sono medi, setosi e dolci. I sentori sono principalmente di frutta rossa o nera matura, con profumi speziati e essendo l'uso del legno ben accetto i suoi aromi come la foglia di tabacco finiscono spesso per essere presenti.
Il vino che ne deriva possiede carattere, intensità, morbidezza e corpo, rispetto a quello francese che è più carico di tannini, talora più denso e strutturato.
Venerdì 3 Maggio 2019 nella splendida cornice dell'hotel Torretta a Sesto San Giovanni (Milano), si è tenuta una degustazione di 8 vini Malbec argentini. Il Consolato della Repubblica Argentina insieme a FISAR Milano ha organizzato una serata dedicata alla celebrazione del Malbec Day, patrocinata da Wines of Argentina e inserita nel calendario della Milano Food City.
In una meravigliosa sala, accompagnati dalla competenza e l'afflato dei sommelier Marco Barbetti e Emiliano Marelli, sono stati presentati 8 calici di Malbec argentino in un viaggio emozionante attraverso le loro origini e la scoperta delle suadenti sfumature del suo carattere.
Le note riassunte dei vini degustati potrenno esservi utili a capire meglio il Malbec e magari vi potranno aiutare ad orientarvi nella scelta.
La serata è stata suddivisa in due flight, il primo dedicato all'altitudine, il secondo all'invecchiamento.
Colore rosso porpora intenso, impenetrabile, ricco, corposo. Poco denso, la lacrimazione fitta e regolare è indice di buona alcolicità.
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Colore rosso porpora intenso, impenetrabile. Buona presenza di antociani. |
Vino verticale, rispetto agli altri non è cambiato dal momento in cui è stato aperto. Ha una parte floreale importante, insieme a tabacco e erbe aromatiche come rosmarino e alloro. Emergono anche vaniglia e boisè, terra, cipria. I profumi arrivano più ovattati. Si possono sentire anche le spezie, pepe, cannella e chiodi di garofano. Non mancano i piccoli frutti rossi.
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Le sensazioni primarie che emergono sono la parte fruttata con ciliegie mature e marmellata di bosco insieme alla sensazione di vaniglia. Quindi del floreale rosso come il geranio e la speziatura tra cui il pepe e la radice di liquirizia, infine una parte ferrosa ed eterea. |
Rispetto agli altri fatica ad uscire, rimane cupo, spicca la parte ematica e minerale. La parte floreale e la parte fruttata sono presenti, un po' staccate, escono dopo una buona rotazione del calice. Quindi frutta secca, tostata, nocciola, foglia di tabacco e sensazioni vegetali. Vino difficile da analizzare, probabilmente necessita di maggiore ossigenazione per poterlo definire meglio. In bocca abbiamo un retrolfattivo più diretto, frutta matura, ciliegie e prugne arrivano immediate. Un vino di corpo e carnoso, alcolico e morbido. Una buona freschezza riequilibra le sensazioni morbide. Il tannino è presente a trama fitta, ma non come i precedenti, più delicato, figlio della fermentazione in legno. |
Corredo olfattivo immediato di grande eleganza. Ciliegia e frutti rossi come lamponi, quindi spezie, pepe, radice di liquirizia, foglia di tabacco, boisè, terroso, funghi, cacao e caffè, cannella, balsamico, erbe aromatiche, una sensazione minerale tipo grafite, floreale come rosa o fiori carnosi, scorze candite di agrumi, mallo delle noce. Entra deciso in bocca, diretto, meno suadente e morbido. Il tannino è presente, ricco, morbido, setoso e polveroso, che torna utile in abbinamento ai cibi. Buona acidità e poco salinità, abbastanza equilibrato. Meno graffiante dei precedenti, pronto ma con margini di evoluzione importanti. |
Sensazioni di frutta alternate con pepe e foglie di tabacco, liquirizia, una sensazione terrosa, quindi sottobosco. Poi una parte minerale, grafite, scorza di arancia e radice di liquirizia. In bocca è corposo, vellutato, carnoso. Di grande eleganza gustativa, entra in bocca e si espande in ogni punto, un tannino evoluto e setoso, acidità e sapidità evidenti. Il retrolfattivo è molto intenso e fine. È certamente pronto, ma può migliorare. |
Il colore per la prima volta cambia rispetto agli altri, dopo 11 anni il Malbec vira sul granato, con un'unghia a tratti aranciata. All'inizio un leggero difetto che si disperde roteando. Vino evoluto. Frutta, si tratta di prugne secche, e anche caramelle alla cola. Grande speziatura: radice di liquirizia, pepe, chiodi di garofano, cacao, caffè, sensazioni animali che forse sono all'origine della sensazione difettosa, anice stellato, mentolato. Riempie la bocca non tanto come i vini precedenti , è più centrale. Acidità presente non marcata, morbido, carnoso, avvolgente. Tannino polveroso, etereo, evanescente, ma nonostante tutto gratta ancora. Sapidità presente e acidità consentono ancora una buona beva. Nel retrolfattivo ritorna la speziatura. Maturo. |
Ora non rimane che andarvi a prendere il vostro meritato Malbec! |
By RA |